La testimonianza resa a Roma (presso
il locale di culto della Chiesa
Apostolica in Italia sito in via Galvani) nel 20 novembre del 2006
(nel corso di tre serate) da Daniel
Ekechukwu, pastore evangelico nigeriano morto in un incidente
stradale il 30 Novembre 2001 e risuscitato da Dio in presenza di molti
testimoni nel pomeriggio del 2 Dicembre nel seminterrato del locale di
culto della Grace of God Mission, che si trova a Onitsha, Nigeria.
Questa storia, nel 2001, fu sulle prime pagine dei giornali in Nigeria.
La testimonianza completa ha una durata di 2 ore
(suddivisa in 6 video di circa 20 minuti ciascuno).
ATTENZIONE, MOLTO IMPORTANTE! LEGGI QUESTE PAROLE PRIMA DI GUARDARE
IL VIDEO
In base ad un
resoconto scritto dal pastore David Servant, da lui fatto dopo
essere stato personalmente in Nigeria, e avere parlato con il
pastore Daniel, letto la sua testimonianza scritta, averlo ascoltato
mentre dava pubblicamente la sua testimonianza, parlato con Ede
Samuel che adesso è un assistente del pastore Daniel che all’epoca
dei fatti fu un testimone oculare di molti eventi concernenti la
morte e la resurrezione di Daniel – resoconto che potete trovare in
lingua inglese
qua a cui ha fatto seguito un aggiornamento che potete leggere
qua - dal video sono stati omessi alcuni particolari che
elencherò qui di seguito:
- il 29 Novembre
2001, cioè il giorno prima della morte di Daniel, questi aveva
litigato con sua moglie Nneka, lite che era degenerata in uno
schiaffo che lei aveva dato a suo marito. Rimasto grandemente offeso
da questo gesto, la mattina dopo Daniel non volle neppure salutare
sua moglie la quale aveva cercato di riconciliarsi con suo marito
chiedendogli di perdonarla per lo schiaffo che gli aveva dato. E
durante tutto il giorno 30 Daniel aveva pensato di mandare via sua
moglie per un anno presso il padre di lei.
- In cielo Daniel
vide il patriarca Abrahamo. In mezzo alla moltitudine di santi vide
una persona dall’aspetto anziano, che l’angelo che lo accompagnava
disse che era Abrahamo.
- La moltitudine
di coloro che furono visti tormentati all’inferno da Daniel era
formata da molti gruppi di dannati, che mietevano quello che avevano
seminato sulla terra. Daniel ha parlato di tre di questi gruppi.
Quelli che mangiavano la propria carne e poi la vomitavano per terra
(l’angelo che accompagnava Daniel gli disse che essi erano coloro
che sulla terra avevano mangiato carne umana nelle loro pratiche
occulte), vomito che ritornava dentro il loro corpo e si trasformava
in carne di nuovo che poi veniva ancora vomitata e questo andava
avanti del continuo. Un altro gruppo era formato da coloro che sulla
terra avevano rubato la terra ad altri, i quali con le loro nude
mani scavavano nel terreno roccioso senza mai fermarsi. C’erano poi
i fornicatori e gli adulteri, i quali si mutilavano i loro organi
sessuali, i quali dopo essere stati distrutti, si rigeneravano di
nuovo solo per essere di nuovo mutilati, e questo non si fermava
mai.
- Daniel vide
all’inferno anche l’ex dittatore della Nigeria, ed un Cristiano che
si era messo a dilettarsi in pratiche occulte e aveva abbandonato il
Signore.
- L’angelo che
accompagnava Daniel gli disse che se quella fosse stata la sua ora,
egli sarebbe stato senza dubbio gettato all’inferno, al che lui si
difese immediatamente dicendo: ‘Io sono un uomo di Dio! Io lo servo
con tutto il mio cuore!’ Ma improvvisamente apparve una Bibbia nella
mano dell’angelo, e lui l’aprì al capitolo 5 di Matteo dove Gesù
avvertì che chi dice a suo fratello ‘pazzo’ sarà condannato alla
geenna del fuoco (vedi Matteo 5:22), e lui riconobbe di avere
lanciato delle male parole contro sua moglie. L’angelo poi gli
ricordò che Gesù promise che Dio non perdonerà i nostri peccati se
noi non perdoniamo agli uomini (Matteo 6:14-15), e che coloro che
sono misericordiosi otterranno misericordia (Matteo 5:7). L’angelo
gli disse che le preghiere che lui aveva rivolto a Dio in ospedale
mentre stava morendo chiedendogli perdono per i suoi peccati erano
state inefficaci perché lui aveva rifiutato di perdonare sua moglie
anche quando lei aveva cercato di riconciliarsi con lui la mattina
del giorno dell’incidente. Al che Daniel si mise a piangere, ma
l’angelo gli disse di non piangere perché Dio lo stava per far
tornare sulla terra. Questa è la ragione per cui il pastore Daniel
quando predica adesso mette molta enfasi sul comandamento di
perdonare coloro che ci fanno dei torti e si pentono.
- Il pastore
Daniel non sarebbe andato all’inferno solo perché si era rifiutato
di perdonare sua moglie, ma anche per altri peccati (che lui aveva
confessato in ospedale mentre stava morendo, ma le sue preghiere non
erano state esaudite da Dio perché lui non aveva perdonato ad
altri).
Infine vorrei
precisare che il fatto che il pastore Daniel dica di non aver visto
nè fuoco né fiamme all’inferno, non significa che all’inferno non
c’è fuoco, ma semplicemente che in questa occasione Dio non gli
permise di vederlo. Perché la Scrittura è chiara a tale riguardo,
sia nell’Hades che nella Geenna c’è fuoco. Molte altre testimonianze
simili a quella di Daniel, confermano l’esistenza di un letterale
fuoco sia nell’Hades che nella Geenna. Leggi a tal riguardo:
Dove va il peccatore quando muore e
Morì nei suoi peccati, andò all'inferno ma Dio lo fece tornare sulla
terra dei viventi
Spero e prego che
questa potente testimonianza sia usata da Dio per risvegliare tanti
Cristiani dal torpore in cui sono caduti e indurli a santificarsi
nel timore di Dio, e per spaventare dei peccatori e indurli a
ravvedersi e a credere nel Signore Gesù Cristo per ottenere la
remissione dei loro peccati e la vita eterna. (Giacinto
Butindaro)