ANTONIO SANTORO 1 9 2 4 - 2 0 0 8 Il fratello Antonio Santoro nacque a Taranto il 21 settembre 1924. Nel 1962, giunse a Torino per cercare lavoro. Questo semplice uomo di Dio è stato lo strumento che per i trent’anni successivi ha servito la chiesa di Torino. Il ministerio di questo servitore di Dio ha avuto inizio nel 1947 all’età di 22 anni. In quel tempo ha servito con zelo e costanza il Signore nelle città di Taranto, Massafra, Palagiano, Palagianello, Mottola e Castellaneta. In alcune di queste città non vi era testimonianza Pentecostale, ma fu portata per l’impegno del nostro amato fratello. Il fratello Santoro restò in quelle zone fino al 1960. In questo tempo ha visto nascere nel ministerio pastorale diversi fratelli tuttora impegnati nel servizio, fra i quali Lamanna, Notaristefano, Stallo, Granata, Attorre. Giunto a Torino, il fratello Santoro si integrò da subito nella comunità e, dopo non molto tempo (nel 1964), iniziò a prenderne cura come pastore. Il fratello Santoro, nell’intenso periodo di attività a Torino durato trent’anni, ha servito la comunità per questo tempo benedetto dal Signore e caratterizzato da stabilità e continuità nella cura e nell’insegnamento. Tutto questo ha consentito una crescita sia quantitativa sia qualitativa della chiesa, di cui oggi mi onoro di essere l’indegno conduttore. La comunità ricorda con profondo amore e affetto la cura pastorale ricevuta da quest’uomo di Dio, la sua grande sensibilità e comprensione. Uomo semplice e umile, costantemente presente, silenzioso ma importante punto di riferimento per i credenti. Il fratello Santoro è stato anche un amabile marito e un padre premuroso ed attento; la sua amabilità traspariva in ogni suo gesto e in ogni sua parola. Per molti pastori della nostra zona è stato anche un punto di riferimento, pronto ad incoraggiare e guidare e, quale esempio cristiano e ministeriale, ci è di sprone ad andare avanti servendo l’unico Signore e Salvatore, Gesù Cristo. Anche dopo aver lasciato il ministerio attivo, non ha mai smesso di servire il Signore e, continuamente, dava consiglio e sostegno ai credenti e pastori che gli telefonavano o lo andavano a trovare. Chi scrive lo ha sempre considerato il proprio pastore, sentendosi privilegiato perché, oltre a poter contare costantemente sull’insostituibile Sommo Pastore Gesù Cristo, era uno dei pochi pastori ad avere un pastore. Martedì 20 maggio, alle ore 08,30, dopo un lungo periodo di malattia, il fratello Santoro, amabile servo del Signore, veniva accolto presso la Casa del Padre e incontrava il Signore e Salvatore Gesù Cristo, che tanto aveva amato e servito fedelmente lungo tutto il corso della Sua vita qui sulla terra. Dal momento della sua dipartita, alla sorella Anna mancherà l’amabile marito, ai figli Giuseppe, Alfredo, Rino, Sara, Daniele e Davide mancherà il loro premuroso e attento padre. Ai tanti nipoti mancherà il loro meraviglioso nonno. A noi, chiesa di Torino, mancherà un fedele e affabile uomo di Dio, che ci ha servito e curato amorevolmente per decenni. Giovedì 22 maggio 2008, alla presenza di centinaia di credenti, tra cui molti pastori, abbiamo dato il nostro ultimo ideale arrivederci nella gloria al caro fratello Santoro in un culto celebrato nella chiesa di Torino, Via Spalato. La Parola di Dio è stata predicata dal fratello Vincenzo Specchi, pastore delle chiese di Padova e Vicenza e membro del Consiglio Generale delle Chiese. In quell’occasione c’era piena consapevolezza che da lì a poco avremmo seppellito il suo corpo, ma non la sua fede; il suo cuore, ma non il suo amore; i suoi occhi, ma non la sua visione; i suoi piedi, ma non il percorso della sua vita; le sue mani, ma non i suoi sforzi; le sue spalle, ma non i pesi che egli ha portato per onorare il nome del Signore, perché Gesù ha detto: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai” (Giovani 11:25,26). Tutti conserviamo nel cuore e nella mente il ricordo della fedeltà di questo uomo di Dio e ci vogliamo impegnare a rimanere fedeli al Signore, affinché, quando il nostro Grande Re e Signore, Gesù Cristo, ritornerà, insieme a lui e con tutti i santi, potremo essere accolti nel cielo dove regneremo per l’eternità. Angelo Gargano ANTONIO SANTORO: Il Ministerio di questo servitoredi Dio iniziò nel 1947 all’età di 22 anni, a Taranto, Massafra, Palagiano e Palagianello, Mottola, Castellaneta. In alcune di queste città non vi era testimonianza Pentecostale ma nacque per la cospicua opera di questo Fratello. Rimase in quelle zone fino al 1960. In questo periodo vide nascere il ministerio di alcuni fratelli tra i quali La Manna, Notaristefano, Stallo, Granata, Attorre. Per motivi di lavoro si dovette trasferire a Torino; in quel periodo la chiesa era curata dal fratello Ciriaco e dal fratello Marin. Il fratello Santoro fu subito integrato nella comunità e non molto tempo dopo fu eletto Pastore della comunità. Il fratello Santoro ha servito la comunità di Torino per 34 anni, un periodo intenso di attività, benedetto dal Signore e caratterizzato da stabilità e continuità per la cura e l’insegnamento; tutto questo ha permesso una crescita sia quantitativa che qualitativa. La comunità ricorda con profondo amore e affetto la cura pastorale ricevuta da questo uomo di Dio, la sua grande sensibilità e comprensione. Un uomo semplicemente umile, costantemente presente nella vita dei fedeli; un silenzioso e costante punto diriferimento. VIA ISSIGLIO Nell’arco di 15 anni il numero dei membri aumentò in modo esponenziale: passò da poche decine al centinaio! Questo grazie alla potenza del Vangelo (Epistola ai Romani 1:16), che veniva instancabilmente predicato ed insegnato, e Dio accompagnava i fedeli con i Suoi grandi Segni. Il locale preso in affitto iniziò ad essere stretto, evidenziando il bisogno di trovare un luogo più ampio e adeguato. Il Geometra Claudio Mazzariol (proprietario della tenuta presso cui si organizzavano i campeggi a Cerione), aveva un figlio che si occupava di compravendita di immobili al quale si chiese di cercare un locale adatto; fu trovata un’ex-falegnameria in Via Issiglio. Il fratello Rocca, allora il più giovane dei consiglieri, fu incaricato di fare l’appello ai credenti per le offerte, le sottoscrizioni e i prestiti; grazie a Dio, anche allora i credenti si mostrarono generosi: nel giro di soli 3 anni i debiti furono estinti, e il fratello Rocca fu costretto a fare lo stesso appello, ma al contrario: “Fratelli e sorelle, non offrite più!”. Il locale, originariamente, era costituito da un piccolo appartamentino al piano superiore, e due sale in quello inferiore. Nel retro c’era un ampio cortile adibito a falegnameria che i fratelli pensarono di utilizzare per ingrandire il locale. Il progetto di ristrutturazione e costruzione fu affidato al geometra Mazzariol, che si occupò anche di ottenere le autorizzazioni necessarie, però i lavori tardavano ad iniziare. I fratelli ebbero la sensazione che qualcosa non andasse per il verso giusto. Fu così che il fratello Nesta si recò, insieme al fratello Bellone, dal notaio che si occupava delle pratiche per l’Atto di compra-vendita. Quest’ultimo, appena li vide, rimase sorpreso, e chiese loro cosa aspettassero a firmare, visto che i documenti erano pronti già da tempo! In realtà i fratelli non sapevano che l’attività del figlio del Geom. Mazzariol era nel frattempo fallita e che egli stava prendendo tempo dai creditori, pensando di recuperare parte dei soldi. Il problema peggiore fu che i permessi per costruire erano ormai scaduti. La chiesa si trovò costretta a far fede all’impegno di acquisto di un locale che era poco più grande del precedente, senza nessuna possibilità di costruire. I fratelli del Consiglio non dormirono per diverse notti, passandole in preghiera affinché Dio intervenisse. Il Signore, fedelmente e miracolosamente, mise sulla strada del fratello Nesta, il Geom. Angelo Grollo, responsabile comunale all’Urbanistica, a cui fu esposto il problema e grazie al quale fu fatta la richiesta di poter riottenere le autorizzazioni per costruire. Grazie a Dio, le cose iniziarono ad andare per il verso giusto, ed i lavori poterono essere portati avanti: i fratelli ottennero l’autorizzazione per fare i lavori, ma non per costruire sull’intero cortile. Così, in seguito a diversi lavori di ristrutturazione eseguiti anche dai fratelli stessi nella sala verso il cortile, nel 1964 venne inaugurato il nuovo locale di culto in Via Issiglio. Tuttavia il locale era ancora piccolo, ed era necessario continuare a costruire, allargandosi fino in prossimità della strada: i fedeli non si accontentarono, Dio gli aveva provveduto un abbondante spazio, e avrebbe allo stesso modo provveduto il necessario per occuparlo interamente, in modo da accogliere comodamente tutti i credenti. Tornarono dal Geom. Grollo che li portò direttamente dal Dirigente dei Lavori Pubblici. Fu lui stesso a fare un accorato appello al dirigente, presentando la Comunità Cristiana esattamente per quel che era, un gruppo di persone che con sincerità e senza secondi fini si radunavano insieme per lodare il Nome del Signore. Il dirigente concesse l’autorizzazione alla costruzione, ma avrebbero dovuto lasciare un piccolo cortiletto sul davanti e pagare una tassa simbolica per i diritti fino all’ottenimento del condono edilizio. Così fu fatto, e la chiesa ebbe l’occasione di iniziare una seconda fase di lavori, allargandosi per l’intera area. I fratelli che conobbero il Geom. Angelo Grollo non si spiegavano la sua disponibilità ed il suo personale interessamento verso i loro confronti. Successivamente si scoprì che il Geom. Grollo fu spinto ad aiutarli anche grazie alle parole della madre: lei abitava nei pressi di via Crissolo, e spesso sentiva i cantici che i fedeli innalzavano. Per questo parlò positivamente di quelle “persone che cantavano così bene”, e fu grazie a quella signora se quest’uomo si attivò in favore di persone che per lui erano totalmente sconosciute! Non possiamo fare altro che riconoscere come l’Opera di Dio è portata avanti da Lui stesso. Noi siamo solo strumenti che possono disporsi per servirLo e Lui, in cambio, ci fa realizzare le Sue grazie e le Sue promesse! La comunità rimase in Via Issiglio per trent’anni, periodo di continua crescita e maturazione, seguito dal principio alla fine dal fratello Santoro e da molti altri servitori di Dio, come il fratello Nesta. Le attività principali si consolidarono ufficializzandosi. IL PRIMO DECENNIO: 1964 – 1974 circa Fin dall’inizio furono necessari due culti domenicali, mentre aumentarono le classi della Scuola Domenicale: Si svolgeva prima del culto pomeridiano; i ragazzi facevano lezione al piano superiore, gli adolescenti nello scantinato, i giovani sulla destra del pulpito, mentre subito dopo l’entrata c’era la classe degli adulti guidata dalla sorella Ferretti (suocera del fratello Toppi). I bambini, invece, la facevano durante il culto, al piano superiore. Durante la settimana si svolgevano tre riunioni di culto: la preghiera comunitaria il lunedì, un culto di edificazione il mercoledì e il culto dei giovani il venerdì, al quale partecipavano anche gli altri fedeli. Negli anni ‘70 il gruppo giovanile contava un centinaio di membri circa, ed era seguito dal fratello Manganiello, “presidente dei giovani“ il quale, dovendo ritornare in meridione, fu sostituito dal fratello Lazzaro (attuale pastore della comunità di Rivoli). Durante gli appuntamenti della riunione giovanile, a turno, i giovani portavano un messaggio dalla Parola di Dio. In quegli anni vi era un gruppo giovanile molto unito e fervente, dal quale il Signore chiamò al ministerio molti giovani alcuni dei quali sono attualmente Pastori nella provincia torinese e altri in altre zone d’Italia. Negli anni ’70 il Consiglio di chiesa era composto dai fratelli M. Nesta, Salvatore Mondello, Salvatore Anfuso, Niccolò Bontempo, Falciano, Viola e il fratello Antonio Santoro. Il fratello Lazzaro e il fratello Bianco si erano già trasferiti, l’uno a Rivoli e l’altro a Beinasco per prendersi meglio cura delle rispettive comunità. In origine non si svolgevano molte evangelizzazioni organizzate e programmate, tranne qualche culto all’aperto in Piazza Adriano organizzato con il fratello evangelista Thomas Grazioso; ma i fratelli, con le loro iniziative personali, spandevano la Buona Novella, facendo volantinaggio. La costanza dei molti fratelli e sorelle che, in particolare, sentivano questa chiamata fecero dell’evangelizzazione una vera e propria consuetudine. Quest’attività, durante il periodo trascorso in Via Crissolo, dato l’esiguo numero di credenti, era seguita direttamente dal fratello Toppi, mentre in seguito l’attività fu portata avanti dal fratello Biondi che in Via Issiglio continuò a prendersene cura. Col passare del tempo questa fondamentale attività prese forma e si creò un vero e proprio gruppo evangelistico. A parteciparvi erano essenzialmente i giovani, ma tutta la comunità era impegnata in una costante distribuzione di volantini ed Evangeli (un lavoro che sembra ora di secondo piano, ma che allora era di fondamentale importanza, era la timbratura dei volantini da distribuire con l’indirizzo della chiesa: pochi fratelli si impegnavano costantemente a timbrare migliaia di opuscoli l’anno). Verso la fine degli anni ’60 si era delineata con più organizzazione anche l’attività del gruppo delle visite, alla quale partecipavano le sorelle Falciano, Leotta, Falcitelli e tante altre sorelle e fratelli che, sempre sotto la supervisione e la guida del fratello Santoro, portavano conforto a quei credenti, infermi e bisognosi che, per la loro condizione, non avevano la gioia di partecipare ai culti. La chiesa cresceva in modo costante: i battesimi in acqua venivano organizzati in media una o due volte all’anno, con circa una decina di neofiti. La comunità era numerosa e fervente, aperta ad accogliere i credenti emigrati per lavoro a Torino: l’integrazione non avveniva con difficoltà, poiché i fedeli, giovani e non, venivano coinvolti nelle attività e resi così partecipi. La comunità forniva gli strumenti e le occasioni per prepararsi a servire il Signore. I fratelli ricordano con piacere che la Chiesa contribuì al pagamento delle lezioni di musica impartite dal Maestro Boccia a ben venticinque fedeli circa che si disposero per questo servizio. Poco dopo il Signore provvide un maestro che era anche credente, il fratello Mussi Claudio Filippo, che continuò a dare lezioni; fu un fratello che seppe incoraggiare nel servizio sia pratico che spirituale. IL SECONDO DECENNIO: 1974 – 1984 circa In questo periodo la chiesa continuava ad essere fiorente, grazie a nuove conversioni e all’arrivo di diversi emigranti che si integravano con tanti altri già presenti nella chiesa. Il fratello Santoro, servo di Dio fedele ed attaccato alla dottrina, osservava e impartiva meticolosamente la Parola, insieme al comportamento da tenersi per la fede che veniva professata. I fratelli ricordano che questa condotta seria e severa tenuta dal pastore e dagli anziani era accompagnata da un’affabile modo di proporre il messaggio cristiano: tutti ne parlano ancora adesso come un padre, perché il suo modo di insegnare era frutto del suo affetto verso i fedeli. Erano gli anni ’70-’80, Dio si era già grandemente usato di lui per curare una chiesa crescente in numero e in qualità, e se ne sarebbe usato ancora per parecchi anni. Certo non sono mancati diversi confronti tra i fratelli che componevano la comunità ed i giovani che pian piano venivano a formare il gruppo. Tuttavia l’unzione del Signore era costantemente presente nella chiesa, che continuò a rimanere unita nel corso degli anni: il numero dei credenti continuò a crescere. In questo periodo le attività erano così suddivise: al lunedì culto di preghiera, dedicato in modo specifico alla ricerca della pienezza dello Spirito Santo; al mercoledì culto di edificazione; al venerdì culto dei giovani, condotto dal fratello Lazzaro, che in questi anni era il Responsabile dei giovani. Tutti i venerdì erano i giovani che portavano un messaggio della Parola di Dio, e periodicamente venivano come ospiti pastori e predicatori (tra i quali i fratelli: Grazioso, Ferri, Arcangeli Paolo e Silvano, Marin, Herman. Il gruppo della corale, in passato curato dalla sorella Concetta Casolaro, dal ’75 circa iniziò a riunirsi al sabato, sotto la responsabilità del fratello Salvatore Anfuso: egli, con enorme spirito di sacrificio ed abnegazione, dalle ore 15.00 impartiva lezioni di musica per coloro che desideravano saper leggere gli spartiti musicali. L’adorazione a Dio per mezzo della corale fu da sempre molto importante al punto che, per un periodo, il coro cantò tutte le domeniche durante i culti. L’attività di aggregazione dei giovani era diventata la corale, la quale impegnava tutto il pomeriggio del sabato: dalle ore 15 alle ore 16 si facevano lezioni di teoria, e dalle 16.30 alle 19.30-20.00 lezioni di canto, alle quali partecipavano fino a 30-50 membri. Al sabato vi erano comunque sempre le attività evangelistiche, organizzate dal fratello Bartolo Crapanzano, attuale Pastore della chiesa di S. Mauro Torinese. La domenica i culti continuavano ad essere due (il mattino alle ore 10 e il pomeriggio alle ore 16.30), e le lezioni della Scuola Domenicale venivano impartite prima del culto agli adulti-anziani, giovani e adolescenti e, durante il culto, ai ragazzi e ai bambini, come avviene attualmente. Già da allora si utilizzavano i libretti trimestrali e i monitori richiedevano a memoria il versetto d’oro; alla fine di ogni trimestre, poi, vi era un esamino scritto con tredici domande su tutte le lezioni (la prima domanda richiedeva i tredici versetti d’oro a memoria) e il tutto si concludeva con una classifica: i primi tre vincitori di ogni classe ricevevano i premi dal coordinatore della Scuola Domenicale, incarico allora ricoperto dal fratello Antonio Rocca, davanti alla chiesa riunita. Era una bella gratificazione per i ragazzi! Altre tipiche attività della Scuola Domenicale erano la gita e la recita di fine anno, attività che continuano ad essere molto apprezzate e frequentate anche tutt’oggi: sono belle occasioni per trascorrere importanti momenti all’insegna della gioia del Signore e dell’affetto fraterno, in cui servire insieme il nostro Dio per dargli gloria ed essere benedetti. Non dobbiamo dimenticare il servizio di pulizia: è un vero e proprio servizio che da sempre i credenti svolgono per il Signore e per la chiesa. E’ una semplice, ma importante attività alla portata di tutti. Com’ è scritto nell’Epistola agli Efesini 6:6-8 “…non servendo per essere visti, come per piacere agli uomini; sapendo che ognuno, quando abbia fatto qualche bene, ne riceverà la ricompensa dal Signore, servo o libero che sia”, le istruzioni dell’apostolo Paolo incoraggiano il senso di responsabilità e di integrità nel fare il proprio dovere cristiano. Fu il primo servizio nella chiesa di Torino del fratello Angelo Gargano, quando arrivò nel 1977: egli chiese al Signore di mostrargli un modo per poterlo servire con tutto il cuore e con tutte le forze e, quando il fratello Santoro fece un appello rivolto ai giovani per il servizio di pulizia, fu per lui una risposta. Fu felice e grato a Dio per avergli mostrato un’attività in cui impegnarsi! Non vi è diversità nel servizio al Signore, ogni opera è considerata allo stesso modo dall’Eterno, purché questa venga fatta esclusivamente per onorare il nome di Dio e non per esaltare le proprie misere capacità. IL TERZO DECENNIO: 1984 – 1994 circa Durante il periodo che caratterizza la nostra chiesa in questo terzo decennio, che comprende all’incirca gli anni ’80 e i primi anni ’90, le attività sono rimaste praticamente le stesse, ad eccezione di qualche cambiamento o avvicendamento nelle responsabilità e nelle varie mansioni. Il Gruppo dei Giovani fu curato per diversi anni dal fratello Hulf Marklund con la moglie Rina Anfuso, la riunione dei giovani fu spostata al giovedì ed era svolta nella saletta al piano superiore. Per una decina di anni, circa 30-40 giovani si riunivano parlando del Signore, discutendo su vari argomenti e studiando la dottrina. Verso la fine degli anni ’80 i coniugi Marklund lasciarono l’incarico e la responsabilità del gruppo passò al fratello Ciro Giannitti. La riunione venne spostata al sabato dando così più possibilità ai giovani di partecipare ai culti infrasettimanali. Grazie a Dio non sono mancate nuove attività, come quella del Gruppo Evangelistico: esso nacque nel novembre del 1987, dal desiderio ardente di alcuni fratelli di parlare al mondo del Vangelo e della vita nuova che si trova in Gesù. Come già accennato, prima di allora le evangelizzazioni si svolgevano in modo spontaneo. L’attività di evangelizzazione diventò piuttosto regolare. La domenica mattina alcuni fratelli iniziarono a trovarsi nei locali della chiesa per iniziare con una preghiera e poi andare in alcune zone della città a distribuire opuscoli e parlare del Vangelo alle persone. Il fratello Santoro, notando l’attività del “gruppo”, decise di renderlo ufficiale. Furono incaricati due fratelli, Giovanni Belfiore e Giorgio Rabbione, come coordinatori di un’attività evangelistica organizzata e sistematica. Si iniziò ad evangelizzare in modo più regolare; la città fu suddivisa in settori per raggiungere in modo omogeneo ogni zona e ogni quartiere. I primi frutti di quest’opera arrivarono presto, trovando persone interessate al messaggio evangelico. Questo spinse i fratelli ad aumentare le “uscite” aggiungendo, alla domenica mattina, il sabato pomeriggio. Si pensò di aggiungere un altro “metodo” di evangelizzazione: i “tavolini” sui quali disporre letteratura cristiana gratuita. Questo richiedeva uno sforzo organizzativo maggiore, in quanto vi era bisogno di permessi burocratici. Tuttavia il Signore benedisse quest’opera che iniziò nel dicembre del 1989. Il gruppo cresceva e questo nuovo “metodo” permetteva il coinvolgimento di più persone. Ben presto, ai “cartelloni evangelistici” e alla semplice bancarella, si aggiunse qualche chitarra e un rudimentale impianto di amplificazione con cui i credenti cantavano le lodi al Signore e raccontavano le loro esperienze con Gesù, esponendo anche qualche breve e semplice messaggio biblico. Le evangelizzazioni si tramutarono in veri culti all’aperto durante i quali molte persone ascoltavano il messaggio del Vangelo: alcune di queste iniziarono a frequentare anche le riunioni di culto. Il Gruppo Evangelistico organizzò la sua attività per tutto l’anno, estate ed inverno, con il sole o la pioggia. Ogni Sabato e ogni Domenica mattina, ancora oggi da allora, c’è qualcuno che evangelizza in Torino. Alla fine del 1990 ebbe origine un’altra importante attività del Gruppo Evangelistico: “Le Missioni”. Diverse persone del gruppo si recavano in località e città dove non vi era testimonianza Evangelica Pentecostale per testimoniare dell’Evangelo e predicare la Parola di Dio. La prima missione fu nella provincia di Cuneo: essa durò cinque giorni, durante i quali tutti i partecipanti poterono ricevere grandi benedizioni, e Dio diede grazia di vedere diversi frutti, come alcune persone che iniziarono a frequentare la Chiesa di Cuneo. A quella missione ne seguirono tante altre e tutte furono un’occasione di grandi benedizioni. Altre attività del Gruppo Evangelistico furono, fin quasi dall’inizio, le visite alle chiese, particolarmente quelle più piccole, con lo scopo di condividere le nostre esperienze e di incoraggiare la visione evangelistica. Nel 1991 iniziò anche un’importante attività: l’opera evangelistica all’interno delle carceri, organizzata dal fratello Siro Marangoni. Tutto iniziò da un giovane tossicodipendente, che sentì un culto all’aperto, venendo a conoscenza della Parola di Dio e della Salvezza. Quando venne arrestato, scrisse alla comunità di Via Issiglio, avendo il desiderio di essere visitato dai fratelli. Iniziò così quest’opera di evangelizzazione, che grazie a Dio ha potuto svilupparsi nonostante le difficoltà burocratiche degli Istituti Penitenziari. Ora si ha la possibilità di avere accesso alle celle dei detenuti in forma privata e personale, tramite incontri settimanali dedicati anche a svolgere riunioni di culto; inoltre, i detenuti, hanno la possibilità di iscriversi alla Scuola Biblica per Corrispondenza in lingua sia italiana che inglese. Nei casi in cui i detenuti siano d’accordo, si contattano le famiglie per annunciare loro la Parola di Dio e per invitarle in chiesa. I detenuti intervengono agli studi intorno alla Parola di Dio, ponendo quesiti, leggendo la Bibbia e partecipando alla preghiera. Durante le riunioni ai detenuti viene data la possibilità di testimoniare del loro approccio con Dio e del loro rapporto con Cristo Gesù il Signore. Alcuni ex detenuti, dopo aver scontato la condanna, grazie alla loro buona testimonianza di fede, hanno trovato lavoro presso alcune aziende gestite da fratelli cristiani evangelici. Il Signore ha permesso di iniziare questa bella attività che è risultata estremamente importante: Egli infatti ha rimosso i tanti ostacoli che vi erano per raggiungere diversi Istituti Penitenziari, tra i quali “Le Vallette”, l’ex carcere “Le Nuove”, le carceri di Saluzzo e di Alba, ed il supercarcere di Lugano in Svizzera. Sempre nel 1991, grazie a Dio, riprese un’attività che venne interrotta per qualche anno: il Coro. La parte tecnica venne affidata al fratello Raffaele Copia, con cui collaborò in seguito il fratello Luca Varesano, mentre la parte spirituale fu affidata al fratello Salvatore Mondello. Lo scopo del coro, come quello di qualsiasi attività svolta dai membri di chiesa, è esclusivamente dar gloria all’Eterno ed offrire benedizione e conforto ai credenti e alle persone che ancora non hanno accettato il Signore come proprio personale Salvatore; un amore che nasce spontaneamente nel cuore dei credenti come segno di riconoscenza a Dio e di condivisione con i propri fratelli e sorelle. Il Signore ha dato a ciascuno di noi dei talenti che dobbiamo utilizzare per l’opera della chiesa di Dio e per la sua edificazione. Come dice una parte del testo di un brano musicale eseguito dalla corale: “...c’è potenza nel nome di Gesù, c’è la forza nel nome di Gesù, c’è speranza nel nome Suo, beato colui che viene nel nome del Signor...”, ogni cosa che facciamo nel nome di Gesù sarà portata a compimento. Il 14 Aprile 1991 il fratello Santoro annunciò alla chiesa di sentire la necessità di un aiuto, e che il Signore gli aveva indicato il fratello Angelo Gargano. L’assemblea diede il proprio assenso (allora vi erano poco meno di 300 membri). Iniziò così un periodo di collaborazione tra il fratello Santoro e il fratello Gargano ed il Signore mostrò la Sua benedizione in questa scelta. Dio si manifestava potentemente durante quei culti al punto che una domenica pomeriggio, il fratello Gargano dovette interrompere dopo 10 minuti la predica perché i fedeli non potevano fare a meno di lodare il Signore: in quell’occasione furono battezzati nello Spirito Santo una quindicina di giovani!!! Il Signore operò, benedisse, diede armonia tra i fratelli e guidò magistralmente ogni cosa. In quel periodo ci si concentrò in modo particolare sull’insegnamento della Parola, sulla preghiera e sull’evangelizzazione: si dedicarono studi ai giovani, alle famiglie, alle coppie, alle sorelle. Al venerdì si fecero studi biblici, e al martedì si svolgevano seminari seguiti dal fratello Medda. Vennero fatte riunioni di preghiera anche in giorni diversi rispetto al lunedì, e si intensificarono le evangelizzazioni. Il Signore benediceva in modo particolare; i fratelli ricordano con gioia e commozione l’anno 1994, perché nella primavera di quell’anno ben sessantasei credenti fecero Patto con Dio attraverso le acque battesimali!!! Questo fu possibile perché la crescente maturità spirituale dei credenti ha per conseguenza la crescita numerica della comunità; quando la Chiesa serve fedelmente il Signore, cercando la Sua volontà, Egli la benedice, producendo una quantità di qualità durevole. Ciò che regnava tra i fedeli era un grande amore fraterno, espresso in modo semplice e pratico: i credenti venivano aiutati, spesso ospitati, e sostenuti spiritualmente da tutti, in modo particolare dai fratelli responsabili, capaci di trasmettere con piccoli, ma importanti gesti la loro fede ed il loro amore. I fratelli ricordano un grande rigore nella predicazione e nella condotta di questi fratelli, i quali erano rispettati ed amati proprio per la loro ospitalità, amicizia e disponibilità. Furono anni di grandi benedizioni, ma anche di notevoli difficoltà, a volte di natura spirituale, ma mai dottrinale. Ogni crisi però, non faceva altro che fortificare il “nucleo” della comunità che restava unito e compatto ed era sempre incoraggiato dai responsabili a guardare a Cristo con fedeltà. Le tempeste si abbattono sulla casa fondata sulla sabbia almeno quanto si abbattono su quella fondata sulla Roccia, ma questo serve a provare il fondamento certo e sicuro della Parola di Dio (Vangelo di Matteo cap. 7). La comunità dovette affrontare gravi attacchi dall’esterno, ma ne subì, purtroppo, anche alcuni dall’interno, che crearono ferite e malesseri. Le ferite non sono state lenite dal tempo, ma dai fratelli Anziani, sempre disposti a curare i fedeli, a vegliare sulle interferenze e ad aiutare l’assemblea ad andare avanti. Si superarono cambi generazionali, continui confronti con le altre realtà evangeliche e scontri con le filosofie di questo mondo; è stata una comunità che, nonostante tutto, con il trascorrere dei decenni, ha saputo attirare continuamente anime a Cristo. I consueti battesimi in acqua annuali erano una vera festa per la comunità, non importava il numero dei neofiti: l’importante era strappare anche solo un’anima al nemico! Dopo circa 2 anni e mezzo di collaborazione con il fratello Gargano, il fratello Santoro decise di lasciare il ministerio, e il 3 ottobre 1993 la chiesa, riunita in assemblea, elesse il fratello Angelo Gargano come Pastore, con il consenso del 96%. ![]() ![]() |